La nostra informazione sul trend dell’oro è iniziata nel lontano aprile scorso, quando in questo articolo avevamo sancito il vero inizio del trend a rialzo di questo metallo.

Già in quell’articolo però avevamo sottolineato l’importanza dei ritracciamenti verso il basso, anche molto forti, che sono sempre presenti all’interno di un trend a rialzo e hanno la funzione di “consolidare” il rialzo proiettandolo nel lungo termine.

In seguito, di tali prevedibili ribassi abbiamo parlato molto più in dettaglio in quest’altro articolo.

Ora, dopo molti falsi ribassi (in realtà l’oro si era finora mosso con una tendenza laterale, cioè con alti e bassi senza scopo, ma con progressiva diminuzione dei massimi), è arrivato il primo vero ritracciamento verso il basso.

In questo articolo vedremo anzitutto dal punto di vista dell’analisi tecnica dove potrà arrivare, statisticamente parlando, questo ribasso.

Poi però discuteremo brevemente delle ragioni politiche ed economiche che spingono questo ribasso (in questo caso è il fattore più importante, al di là della statistica).

Iniziamo con l’analisi tecnica.

gold

Dal centro del grafico, intorno al 16 luglio, fino all’estrema destra, puoi vedere il movimento laterale di cui ti parlavo, con minimi quasi uguali, ma con massimi progressivamente decrescenti (evidenziati da una breve linea tratteggiata in alto).

Questo pattern di per sé è già un buon indicatore di una imminente inversione a ribasso. Infatti ieri il grafico ha fatto quella lunga barra nera (l’ultima del grafico) che ha superato i primi supporti evidenziati dalle linee rosse piccole con la parola “target” e si è spinto molto più giù, al valore evidenziato in nero sulla colonna all’estrema destra (1272 dollari).

Da quel punto, il prossimo supporto è evidenziato dalla linea rossa con la scritta “Gold”, che si trova a circa 1250 dollari. E volendo c’è un altro supporto ancora più basso a circa 1210 dollari, che corrisponde al minimo di giugno (linea nera sottostante).

Non c’è altro da aggiungere per ora su questo fronte. I due livelli possibili a cui il ribasso potrà arrivare, dal punto di vista statistico, sono perciò 1250 o 1210 dollari.

Come ho scritto negli altri articoli però il prezzo dell’oro è anche molto manipolato dall’esterno, quindi la statistica vale fino a un certo punto.

Dobbiamo perciò capire il motivo per cui proprio adesso è iniziato il ribasso e per quanto tempo potrà durare, dal punto di vista della politica e dei rapporti di forza delle varie lobbies economiche che si stanno contendendo il potere oggi.

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Amzitutto ti invito a leggere un nostro recente articolo nel quale ti abbiamo fornito il quadro generale delle forze in campo nell’economia globale.

Ti consiglio vivamente di leggerlo, perché quasi tutto ciò che scriveremo in futuro, su molti argomenti apparentemente disparati, avranno sempre come sottotraccia le vicende narrate in quell’articolo fondamentale.

Per farla breve, come descritto in quell’articolo, c’è stata il 1 ottobre una mossa importante del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per assumere la guida dell’economia internazionale.

Ora però incombono le contromosse del potere rivale del FMI, cioè la Federal Reserve (Fed), la banca centrale americana che fino ad ora ha pilotato l’economia mondiale del tutto indisturbata.

L’obiettivo della contromossa della Fed è quello di alzare il livello dei tassi d’interesse a 3,25% dal livello attuale, che è prossimo a 1%.

Questo obiettivo è diventato urgente per la Fed da quando si è rassegnata ad ammettere che i suoi tentativi di innescare l’inflazione (iniziati vanamente dal 2012 a oggi) hanno al contrario innescato una recessione e una potenziale deflazione.

In realtà, la Fed avrebbe dovuto mantenere il tasso d’interesse a 3,25% già dal 2010, per far sì che potesse essere un’arma contro la recessione.

Infatti oggi la Fed vuole alzare il tasso al 3,25% per avere la possibilità di abbassarlo nei momenti particolarmente cruciali del percorso regressivo dell’economia nel tentativo di invertirne la tendenza.

L’attuale tasso all’1% è un’arma spuntata, perché abbassarlo non servirebbe a nulla.

Abbassare un tasso più alto, del 3,25%, invece è molto più efficace.

Ed è davvero così, ma ciò che è sbagliato in questa strategia è il momento scelto.

Oggi la recessione ha già superato dei limiti invalicabili e perciò non può più essere combattuta con l’arma del tasso d’interesse.

Come dicevo, il tasso a 3,25% doveva essere già presente nel 2010, perché già allora doveva essere innescata quella serie di ribassi che avrebbe fermato o rallentato la recessione.

Ma questo la Fed non lo ammetterà mai, perché vorrebbe dire ammettere che l’FMI ha ragione nel dire che la recessione è stata provocata proprio dalle sue politiche sbagliate.

Quindi, è sempre più probabile che la Fed alzerà i tassi a dicembre (come aveva più volte annunciato), anche perché oggi le borse sono preparate a questo evento e, secondo la Fed, non dovrebbero risentirne granché (cosa di cui dubito).

Se davvero i tassi verranno alzati a dicembre, possiamo tentare di prevedere quello che succedera?

Si, se facciamo il confronto con l’unica volta in cui la Fed ha alzato i tassi nel recente passato, cioè nel dicembre 2015.

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In quella occasione, le borse USA scesero dell’11% (tra il 1 gennaio e il 10 febbraio successivi) e l’oro raggiunse il punto minimo di tutta la sua lunga stagione ribassista iniziata nel 2012 (nel grafico sotto, il punto è evidenziato dal rettangolo con la data e il livello: 1061,98).

minimo-oro

La conclusione dunque è che l’attuale discesa dell’oro, che è stata causata da vendite di oro nei fondi di investimento, segnalano che gli investitori si stanno già preparando alla ripetizione dello scenario del dicembre 2015 (crollo della borsa e dell’oro).

Quindi da qui fino a dicembre possiamo aspettarci sia ulteriori vendite dei fondi che porteranno a ulteriori ribassi, sia anche dei rialzi, anche notevoli, dovuti a eventuali eventi particolarmente traumatici che potrebbero avere luogo (basti pensare alle elezioni americane e alla guerra fredda tra USA e Russia).

La situazione è quindi mutevole e va gestita con attenzione per chi ha in portafoglio dei titoli di borsa legati all’oro.

E qui ci soccorre l’analisi tecnica vista all’inizio.

Personalmente, prima di aumentare posizioni in borsa sull’oro per approfittare di eventuali forti rialzi successivi, aspetterei che l’oro raggiunga uno dei due supporti minimi che avevo evidenziato, cioè 1250 oppure 1210.

In questi livelli si potrebbe pensare di aprire posizioni in borsa o aumentare quelle esistenti, nella speranza che eventi traumatici possano far aumentare le quotazioni in modo rapido ed esponenziale (per questo scopo bisogna usare i titoli minerari, sconsiglio gli ETF o gli ETC, a meno che non siano anch’essi minerari).

Se il gioco dovesse riuscire, ma anche se non succedesse nulla, consiglierei in ogni caso di sbarazzarsi dei titoli auriferi (e anche di tutti gli altri titoli, se possibile) a ridosso del 1 dicembre, perché come abbiamo visto, la dichiarazione della Fed porterà certamente a un forte ribasso dell’oro e delle borse.

Ma la domanda di fondo è: a fronte di queste prospettive di ribasso, il trend a rialzo principale dell’oro è ancora valido?

La mia opinione è si.

Come ho già detto, la Fed, con questo rialzo dei tassi, non riuscirà a fermare la recessione, e questo vuol dire che tutti i fattori di rialzo che abbiamo spiegato in dettaglio nei nostri diversi articoli sull’oro (ti consiglio di andare sulla Home del nostro sito e di leggerli), sono ancora validi.

Alla tua prosperità!

Il team di Segnali di Borsa

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